ʾaḍmāʾi
evilen ‘
maleficoit’ (‘La tradizione di Et {i.e. Ethiopic version} attesta pressoché
unanime il termine
ʾaḍmāʾi (
ʾāmāḍi «iniquo», cfr.
958, [...]);
ʾaḍmāʾi (o
ʾaṣmāʾi ) è un participio della forma causativa; formalmente è possible una
derivazione da
ʾaṣmeʾa «assetare» (
1272), o da
ʾaḍmeʾa «porgere orecchio, ascoltare», per il quale la forma base non è
attestata (
1324); la forma del participio che
incontriamo in questo passo non è però registrata né in
né in
; di
ʾaḍmeʾa «porgere orecchio» è bensì notato il participio
maḍmeʾ o
maḍmeʾi «auditor, auscultator»
1325, per Is 3,3,
nella espressione
maḍmeʾē nagar ; al testo dei LXX,
, Is 3,3
καὶ συνετὸν
ἀκροατήν , corrisponde in etiopico «
walabbāwē wamaṣmeʾē nagar », apparentemente «intelligente ed uditore di discorsi» il testo
ebraico
ûnebôn laḥaš ha «esperto incantatore, sussurratore»; sembrerebbe dunque che anche
questo dovesse essere il senso di
άκροατής , cioè «incantatore, sussurratore»; è vero anche che
759 attesta esattamante la forma
ʾaṣmāʾi (
ʾaṣmāʾi con le forme alternative già registrate da
1325
maṣmeʿ e
maṣmeʿi ), come corrispondente all’amarico «
yammiyādamṭ ,
admāč̣ ,
sami ,
asmātām ,
bālāšokšʷāki .
yatamāra liq ,
maṣḥāf yammiyāssammā ,
targʷāmi .
sabāki » («Che ascolta; ascoltante; udente; stregone; pettegolo calunniatore.
Dottore erudito; che aiuta a comprendere un libro; interprete.
Predicatore»), quindi includendo significati in accordo con la lettera del
testo ebraico;
è però
una fonte per la quale il sospetto di reinterpretazione del testo etiopico
sulla base della conoscenza dell’ebraico è da mettere in conto. In
conclusione, in attesa di ulteriori elementi, proporrei di intendere
l’etiopico
ʾaḍmāʾi come «malefico».’
52–53 n. 57)