bābulā
antelopeen, ‘
antilopeit’
ምስለ፡ አራዊተ፡ ገዳም፡ ወምስለ፡ አናብስት፡ ወአናምርት፡ ወአዝዕብት፡
ወግሔያት፡ ወቶራት፡ ወባቡላት፡ ወነጌያት፡ ወአሕርው፡ ወከናዚር፡ ወባቡ<ላ>ሰ፡ ብሂል፡ በነገረ፡ አክሱም፡
አጋዜን፡ ወእቱ፡ ወነጌያት፡ ብሂል፡ ሐርማዝ፡ ሐራውያ፡ ወከናዚር፡ መፍለስ፡ ወሐሰማ፡ ‘
in compagnia delle fiere selvatiche, con leoni, leopardi, iene,
iraci, gazzelle, bābulāt, nagēyā, ʾaḥrew, kanāzir: bābulā nella
lingua di ʾAksum si dice ʾagāzēn (antilope), nagēyāt si dice ḥarmāz
(elefante), e ḥarāwyā e kanāzir si dicono maflas (cinghiale) e
ḥasamā (porco)it’
119-120 § 304 (ed.),
68-69 § 304
(tr.) (‘«
bābulāt ... il porco»: serie di termini etiopici con le rispettive glosse in
tigrino; per i tigrini
ʾagāzēn ,
ḥarmāz ,
maflas e
ḥasamā vd. per tutti
1543,
185, 537,
201;
bābulā , non registrato nei lessici (
;
;
) qui glossato
ʾagāzēn «antilope», è attestato in miniature dei più antichi Vangeli
etiopici, vd.
17-18 n. 1;
all’ipotesi ivi riferita di
200, di una
derivazione di
bābulā dal greco
βούβαλος , attraverso
l’intermediario del siriaco
būḇlō (o
bōḇlā ), è da aggiungere che il greco
βούβαλος è in ogni caso entrato in etiopico per via diretta
nella forma
bibālos , vd.
132 n. 35.’
68 n.
35)