bǝrānnā
parchmenten
ኀበ፡ ጸሐፍት፡ አሐውር፡ ጸዊርየ፡ ዘንተ፡ ብራና፡ ከመ፡ ይጽሐፉ፡ ቦቱ፡ ተአምሪሃ፡
ለእግዝእትነ፡ ማርያም። ‘
I am going to the
copyists carrying this parchment so that they may copy on it the
miracles of Our Lady Maryen’
3 l. 17–19 (ed.),
3 l. 6–8 (tr.);
ወለአቡነሂ፡ ሚናስ፡ ዘወሀበ፡ ብራና፡ ለጽሒፈ፡ ገድሉ፡ ለአቡነ፡ ተወልደ፡ መድኅን፡ ‘
E anche al nostro padre
Minas che ha dato la pergamena per scrivere il Gädl di Abba
Täwäldä-Mädǝḫnit’
68 (148) l. 29, 70 (150) l. 1 (ed.), 69 (149) l. 33, 77
(151) l. 1 (tr.) (‘Di attestazione
apparentemente più tarda è
berhānnā dell’etiopico,
berānnā dell’amarico e del tigrino, per il quale si sono fatte due
proposte etimologiche: (1) dal greco
μεμβράνα e in tal caso
berhānnā etiopico è forma pseudo-etimologica per un originario
berānnā ; o (2) dalla radice
*brh , ‘essere luminoso, essere chiaro’ (
berhān , ‘luce’), riferito alla bianchezza della pergamena. A suffragare la
prima, pur allettante ipotesi, mancherebbe la documentazione antica che un
prestito dal greco in etiopico presuppone. In realtà, pur non segnalato nei
lessici, il termine è stato in uso in epoca più antica di quanto si sia
finora accertato, e secondo la grafia
berānnā che indicherebbe a maggior ragione origine antica dal greco
μεμβράνα : in tale forma compare infatti, con il
significato contestuale di ‘foglio, pagina’, in una nota (forse del XV,
certamente non posteriore al XVI sec.), a margine di un passo della Traditio
apostolica, in un codice del Sinodos etiopico non posteriore al XV sec;
ancora più preziosa è la menzione certamente risalente al 1437/38 d.C. di
sarāḥta berānnā , ‘pergamentarii, addetti alla produzione della pergamena’,
chiaramente distinti dal copista, nel colofone del ms. Pistoia, Biblioteca
Forteguerriana, Martini etiop. 5.’
522; see there for footnotes), also
ብርሃና፡